Quando pensiamo all’inquinamento atmosferico a livello globale ci vengono in mente luoghi come Mumbai o Pechino e non sospettiamo che le reti ferroviarie sotterranee di Londra, Parigi e Toronto hanno gli stessi problemi.

Le analisi dell’aria mostrano che i livelli di concentrazione di particolato (PM) sono ad un livello simile a quello di Pechino soffocata dall’inquinamento.

In effetti, l’Organizzazione mondiale della sanità riferisce che nove persone su dieci in tutto il mondo respirano aria inquinata.

Influenziamo la qualità dell’aria anche con la tecnologia, semplicemente con i PC, smartphone, data center e in maniera importante con l’elettronica utilizzata dalle industrie.

La tecnologia può anche essere parte della soluzione.

Capgemini ha annunciato la sua intenzione di sfruttare la tecnologia per aiutare le organizzazioni nelle loro sfide di sostenibilità, considerando che questa sia la migliore via per contenere l’inquinamento. Lo può fare aiutando a prevenire l’inquinamento alla fonte ottimizzando le operazioni e riducendone l’impatto negativo.

Con 4,2 milioni di morti ogni anno causate dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, come possiamo sfruttare la tecnologia per monitorare, informare e in definitiva cambiare i comportamenti delle persone?

La tecnologia può permetterci di raggiungere direttamente le persone, combinando indicatori di salute personale con fattori ambientali esterni.

Attualmente la qualità dell’aria viene comunicata al pubblico tramite piattaforme che utilizzano combinazione di dati misurati e modellati.

Si può pensare che la sola disponibilità di queste informazioni sia sufficiente a far cambiare i comportamenti delle persone per minimizzare la loro esposizione all’inquinamento, ma ciò non avviene in realtà perché le persone sono troppo prese dalle attività quotidiane da tralasciare ogni precauzione igienica.

I progressi della tecnologia ci permettono di agire direttamente e in maniera efficace su ciascuna persona e costruire una rete di monitoraggio e comunicazione più sofisticata.

Potremmo sfruttare sia l’intelligenza artificiale (AI) che l’Internet delle cose (IOT) connettendo una gamma crescente di dispositivi personali, 2,5 miliardi di smartphone, 278 milioni di smartwatch stimati nel mondo.

Il settore delle tecnologie indossabili per la salute e il fitness crescerà del 10-20% nei prossimi cinque anni, acquisendo sempre maggiori capacità e funzioni.

Questi dispositivi misurano elementi come la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e la frequenza respiratoria, indicatori della salute generale che cambiano con l’esposizione agli inquinanti atmosferici come PM, ossido di azoto e ossidi di zolfo.

Monitorano anche i dati spaziali, che se combinati potrebbero dimostrare l’impatto dell’ambiente esterno sui fattori di salute e informare le persone in tempo reale sugli effetti della loro esposizione agli inquinanti.

La tecnologia AI applicata a numerosi dati provenienti da fonti diverse ci permetterebbe di intraprendere le giuste e tempestive azioni di correzione. Tra le fonti possibili quelle derivate dalla modifica delle condizioni di salute degli individui, le condizioni metereologiche, i livelli del traffico e – in connessione al riconoscimento automatico delle targhe – sarebbe possibile distinguere la proporzione di tipi di carburante per veicoli utilizzati in luoghi specifici.

L’analisi di tutti questi dati consentirebbe alle persone di comprendere gli impatti dell’inquinamento sulla propria salute da essere motivati a cambiare comportamenti.

I dati per individuo nel tempo, correlati a dati spaziali e dati ambientali potrebbero fornire interessanti informazioni su come l’inquinamento abbia influenzato la fisiologia.

Essere in grado di informare, coinvolgere e prevedere i problemi di qualità dell’aria che ci circondano è potenzialmente molto utile per coloro che sono esposti all’inquinamento atmosferico, che si tratti di asma, polmone o malattie cardiovascolari insieme ad altri ciclisti, persone che camminano o corrono, molti dei quali indossano indossabili tecnologia.

Nel tempo, i dati potrebbero essere utilizzati per comprendere le tendenze che potrebbero creare opportunità di prevenzione.

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